di Giorgio De Zorzi
Il nome Arta deriva probabilmente dal latino ar(c)tus che vuol dire “stretto”, probabilmente con riferimento alla conformazione della valle in cui sorge il paese. La valle del But in cui si trova Arta conduce al passo di Monte Croce Carnico che in epoca preistorica era una delle principali vie di comunicazione per valicare le Alpi. Mancano notizie e reperti che illustrino la sua storia antica. Data la vicinanza e l’importanza di Zuglio si può dedurre che ne seguì le vicende. Arta viene nominata per la prima volta in un atto del 1° aprile 1288: “Chillis de Arta”.
Nel 2007 degli scavi archeologici in località Pian degli Alzeri hanno messo in luce le strutture di un ospizio appartenente all’ordine cavalleresco militare degli ospitalieri di San Giovanni, probabilmente utilizzato dai pellegrini che si recavano in terra santa. Dipendeva direttamente dalla Commenda di Susans di Majano e fu in attività tra il Ducento e il Quattrocento. Si racconta che nel 1436 un’alluvione provocata dal Rio Randice seppellì, oltre a modificare completamente l’area.
Fondamentale per Arta fu la sua funzione termale. L’acqua Pudia delle fonti di Arta era conosciuta già dal Celti, che ne facevano uso. In epoca romana Julium Carnicum, l’attuale Zuglio, era campo di disinfezione e disinfestazione e anche luogo di villeggiatura per le matrone di Aquileia, le quali sfruttavano le proprietà terapeutiche dell’acqua solforosa per la bellezza della pelle.
Manifesto illustrativo di Arta Terme di fine Ottocento, realizzato da Enrico Passero.
Durante il Medioevo e nei secoli successivi, la sorgente fu molto usata dalla popolazione del luogo e Quintiliano Ermacora , il notaio tolmezzino vissuto tra il '500 e il '600, primo storiografo della Carnia, ne sottolineò la popolarità per le proprietà curative in campo dermatologico. Il governo della repubbica di Venezia, subentrato nel 1420 al potere patriarcale, aveva inserito Arta nella giurisdizione della Magnifica Comunità di Tolmezzo, nell’ambito amministrativo del Quartiere di San Pietro.
Alla fine del XVIII secolo, nella parentesi del Regno Italico di Napoleone Arta viene inclusa nel Dipartimento di Passariano, Distretto di Tolmezzo, Cantone di Paluzza. Durante questo periodo si concluse la fase empirica dell’uso delle acque pudie, che dall’inizio dell’Ottocento incominciarono ad essere studiate anche attraverso esperienze chimiche sino alla completa e documentata analisi qualitativa e quantitativa delle sue componenti.
Con la restaurazione e l’arrivo del governo austriaco, Arta, con la provincia del Friuli, entrò a far parte del Regno Lombarto-Veneto, nel distretto di Paluzza, come comune di III classe. Nel 1819, al posto del Convocato degli Estimati, proprio dei comuni di III classe, venne concesso un consiglio comunale.
Agostino Pagani, protomedico a Udine dell’imperial-regio governo di Vienna, fu l’iniziatore di una vera e propria cura di idrologia clinica, istruì molti medici, dettando precise indicazioni e controindicazioni per le varie forme morbose. Fiorirono poi anche da parte di botanici, fisici, chimici, naturalisti, geologi, gli studi e le esperienze sulle acque sulfuree e sui vantaggi climatologici del loro ambiente presso Arta.
Vere e proprie stagioni di cura presso la fonte Pudia ebbero inizio verso la metà dell’800 e continuò anche con l’unione del Friuli occidentale al Regno d’Italia 1866. Il comune venne ufficialmente istituito il 19 novembre.
Nel 1870 si inaugurò il primo stabilimento termale di Arta, a cui fece seguito l’organizzazione turistica che ne fece una prestigiosa meta curativa: Arta vantava a quel tempo molti ospiti illustri, tra i quali vi fu anche Giosuè Carducci. La sua fortuna continuò sino alla metà del Novecento. Dopo un periodo di abbandono cominciato nella prima guerra mondiale, nel secondo dopoguerra riemerse l’importanza di queste cure termali e la validità di un serio e scientifico sfruttamento delle proprietà naturali dell’acqua Pudia. Intanto il 25 settembre 1932 il comune di Zuglio venne soppresso e il suo territorio accorpato a quello di Arta.
Nel 1946 fu ricostituito il comune di Zuglio a cui Arta cedette il territorio acquisito. Il 4 marzo 1959 anche la frazione di Fielis venne aggregata al comune di Zuglio. Il 15 agosto 1965 il comune assunse ufficialmente la denominazione di Arta Terme.
Arta Terme oggi, col moderno stabilimento del parco di Fonte Pudia, è una frequentata stazione termale. Da un punto di vista medico, la sorgente di acqua minerale solfato-calcico-magnesiaca-sulfurea, usata per bagni, fanghi, inalazioni e cure idropiche è tra le più importanti d’Italia, ma megli ultimi tempi sempre più rilevante è divenuto l’aspetto wellness delle terme.
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