Il territorio di Attimis è stato abitato fin dalla preistoria. La grotta denominata "Ciondar des paganis", posta poco sopra la borgata di Poiana, a Racchiuso conservava numerose testimonianze in tal senso. In essa vi furono ritrovate molte ossa di animali, selci lavorate e vasellame, che hanno permesso di stabilire che la grotta fu usata come luogo di sosta dal Paleolitico medio, all'età del bronzo. Il toponimo Attimis deriva da Attems, probabilmente di origine preromana, forse con un riferimento all’acqua.
L’abitato di Attimis nacque come Villa sottoposta al Castello dei signori di Attems, di proprietà prima dei marchesi di Moosburg e quindi del vescovo Bertoldo di Salisburgo. Questi il 3 novembre 1106 donò tutte le sue proprietà friulane, comprendenti anche "castrum jacet [...] ad locum qui dicitur Attems", al suo parente Corrado e sua moglie Matilde. Non molto dopo le proprietà circostanti ed il castello passarono a Vodalrico già marchese di Toscana e alla di lui moglie Diemot i quali il 2 febbraio 1170 donarono tutto alla Chiesa di Aquileia.
Fin dalla prima citazione, il villaggio era sotto la giurisdizione del Capitano di Tricesimo che dipendeva direttamente da Aquileia. Nel 1300 la Villa di Attimis ebbe costituzione comunale.
Due furono i castelli di Attimis: il Superiore e l’Inferiore. Il primo assai antico, lo si vuole provvisto di torrione a NE e di due torrette. Il castello inferiore sarebbe stato costruito tra il 1250 e il 1260 e già nel 1275 Artinedo e Purcardo d’Attems ne ottenne l’investitura dal patriarca.
Nel 1294 Raimondo della Torre ordinò al medesimo Artinedo di tenerlo a disposizione sua e dei suoi successori e di abitarvi oppure abbatterlo. Nel 1377 la famiglia riottenne l’investitura di entrambi i manieri dal patriarca Marquardo di Randek e, come contribuzione, le furono imposti due elmi (fanti) e due balestre.
Nel 1387 la famiglia era alleata, come molte altre nobili, a Gerardo da Camino ed al signore di Carrara. Questa alleanza aveva assoldato il capitano di ventura Bello di Portogallo e i suoi mercenari, il quale, in attesa del compenso, si prese come cauzione la rocca inferiore. Il 10 febbraio 1387, ricevuta la mercede, restituì il castello. Nello stesso anno Udine inviò ad Attimis un cannone e diversi strumenti guerreschi, per la difesa della rocca. Quindi questa fu tra le prime in Friuli a possedere quest’arma da fuoco.
In epoca veneziana il castello Superiore era andato in rovina e la stessa sorte toccò a quello inferiore non molto tempo dopo (1484) quando si adoperarono sempre più le bombarde. Per tal motivo gli Attems eressero ai piedi del colle una casa incastellata, provvista di torri (unite nel 1637), che andò però distrutta nel settembre del 1944.
La famiglia Attems o Attimis nel 1630 fu elevata la rango di conti del Sacro Romano Impero. Nel 1645 Venezia alienò i territori di Attimis per 2000 denari a vantaggio di alcuni nobili locali i quali diedero impulso alla vita del Comune che ebbe uno sviluppo lento ma tranquillo.
Durante l’epoca napoleonica il comune fu compreso nel Dipartimento del Passariano, Distretto di Cividale, Cantone di Faedis. Durante il periodo austriaco del regno Lombardo-Veneto Attimis divenne comune di III classe (senza un consiglio eletto) e fu incluso distretto di Faedis, XIV delle provincia del Friuli. Comprendeva le frazioni di Clap, Forame, Partistagno, Pojana, Porzûs, Racchiuso e Subit alle quali nel 1822 si aggunsero Canalutto e Pecolle. Quest'ultima poi, nel 1846, fu compresa nel comune di Nimis.
Le rovine del castello Superiore sono state denominate «Ciscelut» (castelletto) mostrano notevoli dimensioni, con spessori di muri di quasi due metri. La vetustità del maniero risulta pure dai poderosi blocchi parallelepipedi usati nella sua costruzione, Dell’Inferiore si hanno i resti di un torrione.
Particolarmente dura per Attimis fu la parte finale della seconda guerra mondiale, essendosi il paese trovato al centro di molte azioni di rappresaglia da parte di truppe tedesche e cosacche contro i partigiani e la sua popolazione.
Nel settembre del 1943 si forma la Banda partigiana di Attimis, apartitica e comandata da Manlio Cencig detto “Mario”, capitano del regio esercito fuggito dalla Croazia. Ne fanno parte circa una cinquantina di ex-militari e giovani di Attimis che sono alla macchia ed un centinaio nelle loro case. A Subit di Attimis nasce il distaccamento “Giustizia e libertà”, comandato da Carlo Commessatti “Spartaco”, vicecomandante Alberto Cosattini “Cosimo” e con Fermo Solari “Somma” per commissario. Assumerà il nome di battaglione “Rosselli”, con una forza di una settantina di uomini. Dall’agosto 1944 Attimis fu il luogo di attività della prima brigata partigiana della divisione Osoppo e a fine mese viene proclamata la zona libera del Friuli orientale che comprende i comuni di Attimis, Faedis, Nimis, Lusevera, Taipana e Torreano.
I partigiani della Divisione Osoppo presso le malghe di Topli Uorch (inverno 1944-1945).
Sul finire del settembre 1944 inizia la controffensiva in forze di tedeschi e repubblicani che metterà fine alla zona libera. La mattina del primo ottobre i tedeschi e militi della Tagliamento radunano tutta la popolazione mentre viene dato fuoco a diversi edifici del paese. L’incendio dura per tutto il giorno e solo la sera tedeschi e italiani si ritirano. Per una settimana il paese sarà sottoposto al saccheggio ed alle violenze dei cosacchi. Ad Attimis e frazioni (Subit, Forame) furono bruciate 154 case e 118 stalle.
Il 7 febbraio 1945 si ebbe il famoso eccidio di Porzûs (anche se le malghe di Topli Uorch dove si verificò, pur essendo abbastanza vicine all’abitato di quella frazione, sono in comune di Faedis) dove dei partigiani della divisione Garibaldi uccisero dei partigiani osovani e di Giustizia e Libertà, catturandone altri che verranno poi uccisi nel Bosco Romagno, vicino a Spessa di Cividale.
Attimis finita la guerra ricevette dei fondi per avviare la costruzione di alcune opere nel paese.