di Giorgio De Zorzi
Le scoperte archeologiche in località Rive di Bares documentano le origini romane di Aviano, anche se non mancano tracce più antiche risalenti all’età della pietra, come nella grotta denominata Croda della Vecia, che si trova vicino alla località di Giais, in cui sono stati rinvenuti vari manufatti risalenti al paleolitico superiore evoluto. Aviano è un toponimo è prediale di origine romana e deriverebbe da Avidius o da Avilius.
Il castello di Aviano, che si trova sulla falda occidentale delle Prealpi Carniche, sorse (forse su un fortilizio di origine romana) probabilmente come rifugio per le popolazioni sparse nella pianura vicina, durante il periodo delle invasioni ungare del X secolo. I patriarchi di Aquileia ne ebbero l’investitura dall’imperatore Ottone I di Sassonia nel 967, ma la comunità rimase sempre autonoma e distinta da quelle confinati.
Nel 1161 il castello fu concesso alla Cattedra Vescovile di Belluno ed alla fine del ‘200 fu saccheggiato durante le periodiche lotte nobiliari che affliggevano il Friuli. In seguito ne divennero signori i Polcenigo, che alla fine del secolo lo restituirono al Patriarca. Comunità e nobili di Aviano ebbero rappresentanza nel Parlamento del Friuli sin dal Trecento.
Nelle lotte tra Rodolfo IV d’Austria e il Patriarca (1361-1364), Aviano vide devastati i suoi dintorni, mentre nel 1387 richiese a Sacile 20 balestrieri allo scopo di potersi difendere dai signori di Polcenigo. Lo stesso anno dovette arrendersi ai signori di Carrara.
Nel 1403 fu emanato lo statuto del castello di Aviano e nel 1411 fu concluso un trattato di colleganza tra Aviano e Venezia, ma poco dopo della rocca s’impadronì Filippo Scolari, capitano di ventura noto anche come Pippo Spano, al soldo degli ungheresi ed imperiali, che erano all’epoca in conflitto con Venezia. Infine Venezia ne divenne direttamente signora nel 1420 con la conquista del Friuli. La Serenissima fece abbattere le fortificazioni di Aviano perché non servissero nuovamente agli Ungheresi, a cui il Patriarca Ludovico di Tech si era rivolto per riavere il Patriarcato.
Sotto la repubblica veneta Aviano ebbe la facoltà di scegliessi i giudici, ma doveva sottostare al Podestà di Sacile (1424). Nel 1431 si autorizzò il riassetto del castello e vi fu posto un gastaldo particolare, scelto dal Luogotenente della Patria. Le fortificazioni però non furono più ricostruite e ciò permise ai Turchi nel 1499 di impossessarsi della rocca, di saccheggiarla e di catturare e ridurre a schiavi non pochi abitanti del luogo. Nel 1508 Aviano cadde in potere dell’imperatore di Germania che lo concesse a Livio de’ Speziali, ma poco dopo ritornò sotto il potere di Venezia.
Col passare dei secoli il castello perse d’importanza e andò in rovina: crollarono varie torri e si abbatté il mastio. Esiste ancora per intero la muraglia a levante e osservando il suo spessore ci si può rendere conto di quanto fosse poderosa.
Nel 1631 ebbe i natali nella frazione di Somprado il nobile Carlo Cristoforo che, fattosi cappuccino, prese il nome di Padre Marco d’Aviano. Divenuto celebre predicatore di fama europea partecipò nel 1683 come delegato papale al Consiglio dell’imperatore d’Austria e alla battaglia di Vienna che arrestò la nuova minaccia Turca. Padre Marco morì a Vienna dove tutt’oggi e ricordato con una via e venerato in una chiesa a suo nome.
Nell’Ottocento, durante il dominio austriaco, a causa della privatizzazione di beni comuni, molti avianesi emigrarono a Trieste, in Austria e in Germania, dove si distinsero per l’abilità della lavorazione della pietra e dei marmi.
Nel 1866 entra a far parte del Regno d'Italia con il resto del Friuli Occidentale andando a formare la provincia di Udine. La popolazione, a cavallo tra Otto e Novecento, si vide costretta a ricorrere ancora, in numero rilevante, all’emigrazione, in buona parte stagionale, nelle vicine Austria e Germania. Questo sbocco lavorativo per molti tra i rinomati scalpellini del luogo ed altri artigiani e contadini, venne interrotto improvvisamente dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914, che portò al rimpatrio forzato di molti avianesi.
Grazie alle normali buone condizioni metereologiche per il riparo delle prealpi ed alla natura pianeggiante del terreno, nel 1911 presso Aviano venne realizzato uno dei primi aeroporti dell’aeronautica italiana. Già nel 1910 in località Comina, presso Pordenone, era sorta la prima scuola civile di aviazione in Italia. Presso l’aeroporto di Aviano, dal dicembre del 1914 al 21 maggio 1915 avrà sede la 3ª Squadriglia da ricognizione e combattimento. In seguito, durante il conflitto, sarà sede di diverse squadriglie di bombardamento.
Nel 1919 l’aeroporto venne intitolato ai valenti piloti Maurizio Pagliano e Luigi Gori, abbattuti il 30 dicembre 1917 presso Susegana (TV). Fu così intitolato su suggerimento di Gabriele D’Annunzio che nel suo “Notturno" li definì "l'eroica coppia alata", il quale partecipò di persona a diverse loro incursioni in territorio austriaco.
Nel dopoguerra ad Aviano si decise di fondare una cooperativa di consumo per provvedere in maniera mutualistica alla sopravvivenza delle famiglie che potevano contare su ben poche risorse in una terra martoriata da tre anni di guerra. Così, raccogliendo la tradizione della cooperativa degli scalpellini del 1908, il 26 luglio 1919 fu fondata da cittadini ed ex combattenti la cooperativa "La Vittoria”, con i primi quarantotto soci che verasarono un capitale di 3780 lire diviso in 378 azioni da 10 lire l’una. Alla fine dell’anno i soci raggiunsero quasi il numero di seicento, con anche settantacinque donne. Il capitale raggiunse la cifra di 18.770 lire. Primo presidente e direttore fu Luigi De Zan (1878-1933). La cooperativa ebbe anche l’aiuto statale del ministero delle terre liberate, grazie al sacilese Luigi Gasparotto, sottosegretario al ministero della guerra.
Durante la Seconda Guerra Mondiale l’aeroporto di Aviano rappresentò un’importante base aeronautica, che verrà poi utilizzata anche dai tedeschi dopo il 1943. Verrà preso dagli inglesi nel 1945 e utilizzato dagli alleati sino al 1947, quando vi ritornerà l’esercito italiano.
Per un accordo tra gli USA e il Governo italiano del 1954 l'aeroporto di Aviano divenne base della NATO, attivata ufficialmente il 15 febbraio 1955. Presso la base diverse fonti indicano essere presenti anche delle armi atomiche. Un importante riflesso economico deriva ad Aviano dalla presenza della base aerea NATO, che è strategicamente tra le più importanti dello scenario europeo-medio orientale. Contemporaneamente vi sono obiezioni di tipo etico e politico su questa presenza.
Dagli anni Settanta del Novecento Aviano ha avuto un certo sviluppo la piccola industria. Inoltre la cittadina è divenuta anche un florido centro turistico, grazie alle possibilità offerte dal vicino Monte Cavallo, ideale per escursioni estive e per gli sport del periodo invernale, offrendo diverse piste attrezzate.
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