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Di Giorgio De Zorzi
La città di Udine accoglie i suoi visitatori con un'ospitalità che riesce a soddisfare ogni esigenza. Per dormire le strutture alberghiere presenti sono numerose e possono offrire un ventaglio di soluzioni molto ampio: dagli alberghi di livello a quelli più famigliari, passando per Bed & Breakfast (B&B) e agriturismi.
Volendo mangiare, dal punto di vista enogastronomico, Udine convoglia in città tutti i sapori della provincia, che tramite numerosi locali e negozi tipici, vengono fatti conoscere ed apprezzare. Il buon bere segue a ruota, potendo contare su una delle enologie più rinomate al mondo.
Tra i riti gastronomici che si fanno a Udine e nel Friuli, sicuramente ha un posto di rilievo il tajut (taglietto, diminutivo di taj, cioè taglio), ovvero il bicchiere di vino prima del pasto che si fa all’osteria. Questo che potremmo definire l’aperitivo friulano si fa anche nei giorni di lavoro. Anzi, quello dell’ora di pranzo incarna ancora di più lo spirito originale: essere cioè molto legato alla funzione storica dell’osteria, luogo di confronto sociale, di scambio di informazioni, di contrattazione di affari.
Il tajut si caratterizza poi per essere un bicchiere di vino accompagnato quasi sempre da qualche cosa di “solido”, che può essere una tartina con salumi tipici o qualche altro stuzzichino. I ritmi di Udine, che non sono certamente quelli della metropoli, consentono ancora a moltissimi di avere una pausa pranzo sufficientemente ampia per riuscire a mantenere questa tradizione.
In genere il vino proposto da bar e osterie per il tajut è quello “della casa” ovvero addottato dal locale per vendere sfuso ed è rappresentato principalmente, per i bianchi, dal Friulano, ex tocai, seguito da Pinot Grigio e Sauvignon o, per i rossi, da merlot, cabernet o refosco e pinot nero.
Al vino si suole talvolta abbinare come detto una tartina con: prosciutto crudo; salame friulano; lardo; prosciutto cotto con il cren. Ma non mancano certo talvolta qualche patata al forno, qualche acciuga sott’olio da mangiare sul pane, una sardella fritta o il carciofo sott’olio. Frequentissima una fetta di musetto posta su un quadrato di polenta arrostita.
In ambito gastronomico la coincidenza tra la cultura udinese e quella friulana è pressochè totale. Come detto, i prodotti di tutta la provincia contribuiscono a formare le consuetudini culinarie udinesi, attingendo dalla campagna, dalla montagna, dalla zona collinare sino alla costa adriatica.
Tra i piatti tipici, gli antipasti sono costituiti sovente da un piatto di salumi misti affettati e formaggi, dove troviamo l’immancabile prosciutto crudo DOP San Daniele, anche se tal volta può essere un IGP di Sauris, volendo pure affumicato. Della stessa provenienza sarà quasi sicuramente anche lo speck.
Questi tipici salumi sono seguiti dalla pancetta, dal salame friulano (magari fatto al coltello), il lardo. I formaggi locali sono rappresentati principalmente dal Montasio e dal Latteria, con diverse stagionature.
I primi sono rappresentati tradizionalmente da minestre di fagioli o verdure, gnocchi di patate o di zucca, conditi con vari sughi, spesso a base di selvaggina. Seguono i risotti, fatti con funghi o con erbe varie, come lo sclopit (silene). A questi che sono i primi piatti più tradizionali si è aggiunta poi la pasta, condita in vari modi, come gli gnocchi, oppure rappresentata da dei tagliolini al San Daniele o con la trota affumicata.
Nei secondi piatti troviamo le frittate con le erbe o con parti di lardo e pancetta. Le carni sono per lo più tradizionalmente rappresentate da animali di bassa corte (coniglio, gallina, oca), cacciagione e selvaggina fatti in umido, accompagnati da patate arrosto, verdure o da una polenta corposa.
Anche nella città di Udine, se viene proposta una cucina tipica, non manca mai, specie nel periodo invernale, dei capisaldi come il musetto (musèt in friulano, specie di cotechino) accompagnato rigorosamente dalla brovada, e quello che è sicuramente il più noto dei piatti friulani fuori dalla regione: il frico con polenta.
Altre pietanze tipiche, gustose ma decisamente robuste, sono il salame cotto nell’aceto e poi coperto di cipolla e il baccalà (nome che in Friuli come in Veneto intende lo stoccafisso) quasi ovunque fatto alla “vicentina”, che però è molto simile ad una ricetta più friulana (in questa si aggiungeva anche pinoli e uvetta).
Tra i contorni sicuramente la polenta è quello più frequente, assieme alle verdure crude o cotte di stagione. Tra queste va menzionato il lidric cun lis fricis, radicchio condito con ciccioli di lardo rosolati in padella.
Tra i dolci le proposte sono varie. Troviamo sicuramente delle crostate di marmellata di frutta, il Tiramisù e la famosa Gubana, accompagnati magari da un vino regale come il Picolit.
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